COME SI MATERIALIZZERÀ LA NUOVA TRUMPECONOMICS?
USA – Le politiche dell’amministrazione Trump avranno un effetto inflattivo per gli USA nel 2025 per diversi motivi: direttamente a causa delle tariffe, indirettamente per le probabili restrizioni all’immigrazione e indirettamente attraverso le aspettative del mercato di una riduzione delle tasse che supporta un positive wealth effect e stimola la domanda interna. Spiega da Assiom Forex: “Per queste ragioni, siamo probabilmente verso la fine del miglioramento dell’inflazione americana e le prospettive di inflazione media per il 2025 sono del 2,8%, simile al 2,9% del 2024 e sopra il target della FED. Per questa ragione, lo spazio di manovra del FOMC è limitato a ulteriori 50bp, portando il Fed Funds target range a 4,00/4,25%“.
NELL’EUROZONA
Nell’Eurozona, invece, il protrarsi di una crescita debole farà sì che nel 2025 le pressioni sui prezzi saranno al ribasso a causa della domanda, parzialmente controbilanciate da un aumento modesto dei prezzi alimentari e delle utenze energetiche. In media, l’inflazione si attesterà all’1,8%, sotto il target della BCE e sotto le proiezioni della banca centrale. Ci aspettiamo che la BCE tagli i tassi sui depositi di 150 punti base nel 2025, portando il livello dei tassi da un probabile 3,00% dopo il meeting di dicembre a 1,75% a fine 2025. I rischi sono orientati al ribasso. In attesa di comprendere come si materializzerà la nuova Trumpeconomics, il 2025 si prospetta come un anno di opportunità e sfide per i mercati azionari globali, caratterizzato in particolare da rapide rotazioni settoriali ed aumento della volatilità. La vittoria di Trump del 5 novembre è stata accolta con grande entusiasmo dal mercato azionario, che ha rivalutato l’acquisto dei settori del così detto «Trump Trade» con particolare attenzione a criptovalute, tech, società legate al reshoring, che sono state acquistate con decisione. Anche gli spread creditizi, nel periodo post elettorale, hanno registrato buone performance, ritornando ai minimi del 1999.