di LIVIO SPADARO, Frame Asset Management.
IN GERMANIA C’È LA RECESSIONE
Interessante novità, rimanendo nell’Area Euro, è la certificata recessione della Germania. Il PIL tedesco si è contratto dello 0.3% trimestre su trimestre che, dopo il -0.5% dell’ultimo trimestre del 2022, significa l’ingresso ufficiale in recessione. Il paradosso della recessione in terra teutonica è che questa sta avvenendo con piena occupazione. I consumi privati e pubblici si sono ridotti rispettivamente dell’1.2% e del 4.9% trimestre su trimestre, la maggior parte degli economisti concorda nel ritenere che la recessione tedesca sia scaturita dalla fine dei sostegni economici pandemici, da un contesto di inflazione e tassi più elevato, dagli effetti della guerra e da una domanda globale ancora stagnante. Gli indicatori economici anticipatori del ciclo economico suggeriscono che le l’economia continuerà ad essere debole anche in questo trimestre, è probabile quindi che la recessione tedesca sarà pronunciata e che si protrarrà nel corso dell’anno.
L’ANDAMENTO DELL’ECONOMIA
La recessione a Berlino è arrivata prima di quanto ci si aspettasse, il consenso economico era più sbilanciato verso un proseguimento del contesto di stagflazione, probabilmente sottostimando gli effetti di una politica fiscale meno espansiva con la fine della pandemia. Il governo tedesco, composto dalla «coalizione a semaforo» sta già pagando le conseguenze politiche del cattivo andamento dell’economia. Dopo quasi due anni dall’insediamento, la popolarità della coalizione ha raggiunto nuovi minimi con un tasso di approvazione del 41% ad inizio maggio. Il trend dell’economia tedesca potrebbe non rimanere un caso isolato nel Vecchio Continente. Le probabilità di una recessione nell’Eurozona nei prossimi 12 mesi sono aumentate al 95% secondo un’elaborazione fornita dalla piattaforma di ricerca macroeconomica MacroMicro.