EUROPA – Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, ha lanciato un allarme sulle prospettive economiche dell’eurozona, delineando un quadro di crescita debole e incerta, ulteriormente minacciato dalla possibile escalation delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Durante un’audizione presso la commissione Affari economici del Parlamento europeo, Lagarde ha sottolineato come le stime di crescita del personale della BCE, pari allo 0,9% nel 2025, all’1,2% nel 2026 e all’1,3% nel 2027, siano “soggette a notevole incertezza, anche a causa dell’ambiente di politica commerciale“. Le preoccupazioni della presidente della BCE si concentrano in particolare sull’impatto che una guerra commerciale con gli Stati Uniti potrebbe avere sull’economia europea.
Una risposta europea sotto forma di aumento delle tariffe
Lagarde ha evidenziato come l’analisi della BCE suggerisca che l’imposizione di dazi statunitensi del 25% sulle importazioni dell’UE comporterebbe una riduzione della crescita dell’area dell’euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno. Inoltre, una risposta europea sotto forma di aumento delle tariffe sulle importazioni statunitensi, ovvero contromisure, aggraverebbe ulteriormente tale impatto, portando la riduzione della crescita a circa mezzo punto percentuale. Lagarde ha anche messo in guardia dai rischi di una riaccensione della spirale inflazionistica, sottolineando come le misure di ritorsione dell’UE e un tasso di cambio dell’euro più debole, derivanti dalla minore domanda statunitense di prodotti europei, potrebbero aumentare l’inflazione di circa mezzo punto percentuale nel breve termine. Queste considerazioni, supportate anche dalle analisi dei ricercatori del Parlamento europeo, evidenziano la necessità di una riflessione approfondita sulle implicazioni di una guerra commerciale e sulla necessità di adottare strategie di mitigazione dei rischi.