le major statunitensi Exxon Mobil e Chevron valutano acquisizione di asset Lukoil in Kazakistan

LUGANO - Exxon Mobil si è unita alla rivale Chevron Corp nell’esaminare le opzioni per acquistare parte degli asset internazionali di Lukoil, compagnia petrolifera...
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giovedì 20 Novembre 2025
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Mercati: l’America rendiamola ancora più grande… di nuovo!

MERCATI: L’AMERICA RENDIAMOLA ANCORA PIÙ GRANDE… DI NUOVO!

MERCATI Analisi di mercato di Fabrizio Quirighetti di DECALIA. Make America Great Again… Again! – Trump è tornato, con un governo repubblicano unificato, e i mercati ne sono stati complessivamente entusiasti finora. I mercati azionari statunitensi hanno raggiunto nuovi massimi, il Bitcoin e Tesla sono saliti alle stelle, il dollaro statunitense si è rafforzato, mentre i tassi sono ulteriormente saliti sulla scia del riaccendersi degli spiriti animali e delle maggiori aspettative di inflazione per il prossimo anno. Nel frattempo, gli indicatori economici statunitensi continuano a sorprendere al rialzo, mentre il resto dell’economia mondiale lotta per restare a galla. Queste tendenze divergenti si sono riflesse anche nelle traiettorie del ciclo di allentamento della politica monetaria: la BCE dovrebbe ora accelerare i tagli in futuro, mentre la Fed potrebbe rallentare il ritmo.

LE BANCHE CENTRALI

Per quanto riguarda le banche centrali dei mercati emergenti, le politiche di Trump probabilmente complicheranno i loro compiti poiché dovrebbero nel complesso rappresentare un freno per il commercio globale (tariffe) ma spingere l’inflazione più in alto (USD più forte). In altre parole, l’attuale spinta economica e finanziaria degli Stati Uniti è stata fatta a spese dell’Europa, in particolare dell’area euro e dei mercati emergenti. In questo contesto, la Cina non sarà la principale perdente, in quanto era già in qualche modo preparata (meno dipendente dalle esportazioni verso gli USA rispetto al passato / più concentrata ora sulla domanda interna, che è il vero problema) e avrà anche un certo potere di negoziare sulle tariffe con la nuova amministrazione statunitense (almeno sicuramente più dell’Eurozona – probabile  vittima principale – o delle economie EM più piccole). Infine, i rischi di coda geopolitici rimangono onnipresenti e potrebbero evolvere rapidamente sia in meglio, che in peggio, vista la nuova carta di Trump.

SCENARIO MACRO GLOBALE

Il nostro scenario goldilocks potrebbe alla fine essere messo in discussione dalle politiche di Trump. Il nostro scenario macro di base rimane invariato: un atterraggio morbido con una crescita più lenta ma positiva e livelli di inflazione leggermente superiori all’obiettivo delle banche centrali, ma accettabili, che porteranno a una graduale normalizzazione dei tassi nei prossimi 12-18 mesi. In questo contesto, il compito più difficile per le banche centrali in futuro sarà quello di camminare su una linea sottile, poiché i rischi di una temporanea riaccelerazione dell’inflazione e/o di una recessione economica innescata da un brusco deterioramento delle condizioni finanziarie (dovuto a tassi più alti per un periodo più lungo o a problemi di sostenibilità del debito che portano a una correzione del mercato a prezzo scontato) non possono essere completamente esclusi. Tuttavia, l’impatto finale sulla crescita futura (previsto in questa fase in qualche modo trascurabile per la crescita globale, ma inclinato al ribasso per il resto del mondo) e sull’inflazione (leggermente più alta, soprattutto negli Stati Uniti) dipenderà sia dalle persone nominate nei dipartimenti chiave della nuova amministrazione statunitense e dalla sequenza delle loro politiche, sia dalle eventuali risposte politiche del resto del mondo.

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